F1 SHANGHAi: TRIONFA FEDELE IN UN GRAN PREMIO DALLE MILLE EMOZIONI
- Matteo Pittaccio
- 28 ott 2018
- Tempo di lettura: 6 min

La F1 fa tappa a Shanghai per il terzo round stagionale. Il circuito è tra i più caratteristici del mondiale, 16 curve per una lunghezza totale di 5451 metri, i quali si dovranno percorrere in gara per ben 56 giri (308 km). E' giusto pensare ed immaginare un duello esclusivo tra le Rosse e le Frecce d'Argento, ma la storia del Gran Premio di Cina si svolgerà seguendo una trama articolata, complessa e caratterizzata da innumerevoli colpi di scena.
Partiamo, come al solito, dalle qualifiche. Nel Q1 vengono subito eliminate le due Alfa Romeo Sauber e la Toro Rosso Honda di Sanzone (Kingofthewars).
Le emozioni diventano subito più intense nel Q2. Sono i millesimi a fare la differenza, come già successo in Australia ed in Bahrain. Ad esser eliminati sono Marco Bonvento (Renault) che per la terza qualifica consecutiva non riesce ad accedere al Q3 per questione di centesimi, Alessio Pelagaggi (McLaren), Conti (Raylex - Toro Rosso), Giuliano (Nivek - Force India) e Catena (McLaren). Attenzione a Semperboni (Ferrari), l'unico pilota ad essersi qualificato con la gomma Media. Il resto dei piloti ha optato invece per la Soft.
La sessione finale vede scendere in pista due Ferrari, Mercedes e Red Bull; Una Renault, guidata da Di Legge (Sostituto di Aloj); Due Haas e la Force India di Rokita (J-Sport).
La pole position torna in casa Ferrari, con Semperboni (Smokeman) che si aggiudica la seconda partenza al palo stagionale. Seguono Lauro, Bellegati, Casciaro, Verni, Fedele, Di Legge, De Campo, Spadi e Rokita.
Nonostante le qualifiche possano far pensare ad una cavalcata Ferrari, già nel pre-gara si respira un'atmosfera rarefatta, ansiosa, colma di paura e di pensieri positivi e/o negativi.
L'obiettivo di Semperboni è uno ed uno soltanto: Resistere agli attacchi dei piloti con gomme Soft per poi costruire tutto il GP su di un passo costante e tranquillo. Sembra facile a parole, ma i fatti potrebbero rivelarsi molto più complicati.
I piloti si calano nei propri abitacoli, uffici nei quali la temperatura percepita sale, così come cresce il numero di battiti del cuore per minuto. Parte il Giro di Formazione. I 18 piloti si muovono con zig zag violenti, come se dovessero non solo scaldare le gomme, ma anche sfogare quella sensazione di vuoto e paura che riempie corpi e menti.
Una volta affrontata l'ultima curva si deve "solamente" schierare la vettura nella propria casella di partenza, aspettare la bandiera verde ed infine l'accensione dei cinque semafori rossi.
Cinque, quattro, tre, due, uno. Parte il Gran Premio della Cina.
Lauro (Mercedes) cerca subito il sorpasso all'esterno in curva 1 su Semperboni (Ferrari), arrivando però al contatto con la posteriore sinistra di quest'ultimo e danneggiando l'ala anteriore, come già accaduto in Bahrain. Stessa dinamica anche per Bellegati, costretto ai box per il cambio ala già nel primo giro.
Il gruppo procede, comunque, in maniera molto progressiva e lineare fino a curva 6, un rampino nel quale con gomme fredde ci si deve quasi fermare. Bonvento (Renault) arriva lungo in frenata ma grazie agli ottimi riflessi riesce ad evitare un incidente che avrebbe portato a conseguenze disastrose.
Si conclude il primo passaggio con Semperboni davanti a Verni (Mercedes), Lauro che nonostante il flap rotto decide di continuare e le due Red Bul di Fedele e Casciaro.
Gli equilibri si scompongono al giro 2, quando Verni sorpassa in curva 14 Semperboni, che con gomma Media aveva già messo in conto un inizio gara in sordina.
Poco più dietro Lauro svolge il ruolo di tappo nei confronti delle Red Bull. Fedele e Casciaro le provano tutte pur di passare la Mercedes, ma il deficit di potenza della RB14 non rende possibile il sorpasso in fondo al rettilineo. Bisogna, quindi, sopravanzare la W09 in un posto del tutto atipico, magari nel T2. A prendersi carico di ciò è Casciaro, che approfitta di un ruota a ruota tra Lauro e Fedele in curva 8 e 9 per buttarsi quasi a kamikaze all'interno della chicane 10-11. Il sorpasso è un capolavoro, Casciaro "prende due piccioni con una fava" ed all'inizio del rettilineo è davanti a Lauro, costretto ai box dopo esser stato sopravanzato anche dall'altra RB14 di Fedele.
Il colpo di scena più importante arriva, però, dalla leadership del Gran Premio. Verni, ancora in testa, perde il posteriore della sua Mercedes tra curva 8 e 9, coinvolgendo anche Semperboni. Proprio quest'ultimo si vede l'ala anteriore seriamente danneggiata. Si dirige, così, ai box per sostituire il musetto e montare nuovamente gomme medie.
Nel frattempo Verni, anch'esso con problemi alla vettura, si vede rimontato dalle due Red Bull. Ancora una volta è Casciaro a prendersi carico del sorpasso. Egli stesso compie però un'ingenuità. Nella chiocciola del T1 tocca, seppur leggermente, il diffusore della W09 di Verni. Un piccolo errore che porta a grandi conseguenze. Casciaro viene sorpassato sia da Fedele sia da Di Legge. Si, proprio Di Legge. La Renault si trova incredibilmente a podio, seguita a pochi secondi anche dalla Force India di Rokita. Il disastro dei Top Team sta regalando la gara dei sogni a quelle squadre che di solito lottano per il sesto/settimo posto.
Ricapitolando: All'inizio del giro 17 troviamo in testa Verni, seguito da Fedele, Di Legge, Casciaro, Rokita e via via tutti gli altri.
I colpi di scena, però, non sono finiti. Proprio al 17° passaggio Verni, probabilmente già al limite con le gomme, perde nuovamente il controllo della sua Mercedes, cedendo la leadership alla Red Bull di Fedele. Il team di Milton Keynes si trova al comando del GP di Cina, una situazione che mai e poi mai gli addetti ai lavori si sarebbero attesi.
La gara è comunque molto lunga. La Ferrari di Semperboni procede con un ritmo forsennato, col pilota lombardo che recupera posizioni su posizioni. Quando anche i primi in classifica effettuano la sosta Semperboni si ritrova secondo, dietro a Fedele e davanti a Verni. Nonostante le gomme più usurate il distacco della SF71-H dalla Red Bull rimane stabile sul secondo circa, mentre poco più indietro assistiamo ad una Mercedes incapace di tenere il ritmo dei primi due.
La strategia del team di Maranello, dopo il contatto con Verni, prevede due soste. E' lecito pensare che Semperboni a circa venti giri dal termine possa entrare ai box, montare gomme soft e cercare un recupero quasi impossibile.
Effettivamente la linea seguita dagli uomini in "rosso" è quella descritta in precedenza. Una volta uscito dalla Pit Lane Semperboni ha un distacco di 24 secondi dalla Red Bull di Fedele. Recuperare questo gap in venti giri significa girare ad ogni passaggio almeno 1.5 secondi più veloce del capo-classifica.
La SF71-H può farlo, colui che la guida anche, ma serve perfezione e determinazione.
Inoltre tra Fedele e Semperboni vi è la Mercedes di Verni, un pilota che pur di non far passare l'avversario si posiziona in diagonale nei rettilinei.
Semperboni macina giri veloci su giri veloci, recuperando in poco tempo quasi metà distacco.
La risposta di Fedele non tarda, però, ad arrivare. Grazie ad un'accurata gestione dell' ERS e degli pneumatici, il numero 97 della Red Bull riesce a concretizzare un passo costante ma soprattutto veloce, anzi velocissimo (bisogna dire che anche Casciaro si è dimostrato competitivo, sintomo di una RB14 molto performante sul passo gara).
Semperboni si aggancia a Verni, cerca il sorpasso alla 14 ma il riminese non cede facilmente.
I due escono molto vicini dall'ultima curva, con Semperboni che aziona il DRS, sfrutta la scia e conquista il secondo posto, nonostante Verni abbia tentato una mossa disperata all'interno di curva 2.
A causa di questo duello Semperboni perde un secondo da Fedele con un gap che nei giri successivi scende fino a cinque secondi. Da quel momento il pilota Ferrari non riuscirà più a recuperare decimi importanti, anche per via delle gomme soft sfruttate al 110% nei primi giri di stint.
La Red Bull si invola verso il primo successo stagionale, vittoria che mancava da Singapore 2017. Antonio Fedele si è dimostrato veloce, costante ma soprattutto freddo e calcolatore, aiutato anche da un team di ingegneri di altissimo livello. La prima vittoria in carriera è arrivata nel Gran Premio più bello di sempre per Formula Nation. Non è stato un successo fortunato, anzi, la vittoria Fedele l'ha ottenuta sul campo.
Ad uscire sconfitta è nuovamente la Mercedes, che si ritrova un pilota veloce ma poco costante come Lauro ed un pilota, Verni, a cui manca qualche decimo ma che porta sempre il podio a casa. I soli punti raccolti da Verni, però, non bastano. Se il team anglo-tedesco vuole lottare per entrambi i titoli sarà obbligato a vincere a Bakù, settimana prossima.
Poche sono state le menzioni per i mid-team, ne siamo consapevoli. Va detto comunque che le più grandi emozioni sono arrivate dalla parte alta della classifica.
Restano assolutamente stupende le prestazioni di Di Legge (Renault) e di Rokita (Force India) che portano le rispettive vetture in quinta e sesta posizione.
Buona, ancora una volta, la gara delle Haas. Spadi (Synestra) conclude all'ottavo posto mentre De Campo (Mettiuu) al decimo.
I sorrisi aleggiano anche in casa McLaren, con Pelagaggi che, tornato in pista dopo l'assenza del Bahrain, coglie un fondamentale nono posto, importante soprattutto per il morale.
Poco al di fuori della Top10 Marco Bonvento, il quale febbricitante ha pagato un contatto con Spadi in curva 14.
In leggera salita, invece, le Alfa Romeo Sauber, classificatesi in P12 e P13.
Tantissimi i problemi per la Toro Rosso. Conti (Raylex) ha percorso pochi metri prima di ritirarsi mentre Sanzone (Kingofthewars) si è ritrovato più di una volta coinvolto in contatti con Catena (McLaren).
Piccola menzione per il due volte Campione del Mondo Filippo Bellegati, autore di una discreta qualifica controbilanciata, però, da una gara che definire un incubo è riduttivo. Difatti in seguito alla rottura dell'ala il pilota Ferrari è stato costretto al ritiro per problemi tecnici.
Di seguito lasciamo la classifica finale del Gran Premio.

L'appuntamento va al Gran Premio dell'Azerbaijan, che avrà luogo il 29 ed il 30 Ottobre 2018 nel tortuoso circuito di Bakù.
Articolo a cura di Matteo Pittaccio.
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